NAUTILUS (2024)
Ad Auckland, l'azienda Ghella sta realizzando il più lungo tunnel idraulico nella storia del paese: il Central Interceptor, un'opera che avrà un impatto cruciale nel prevenire l'inquinamento delle acque e ridurrà dell'80% gli straripamenti causati dalle piogge torrenziali.
In questa narrazione, Giulia Parlato si concentra sulla terra, su ciò che accade quando viene smossa e trasportata. Questo processo permette di far riaffiorare la storia di un luogo, di studiarne gli strati e i tesori nascosti, sepolti per millenni, e di restituire la memoria di un paesaggio.
Il tunnel non è soltanto un'impresa ingegneristica di grande rilievo, ma anche un'opera dell'intelletto umano, che contribuisce alla ricostruzione della memoria collettiva.
'Nautilus' esplora la dimensione magica del tunnel. Quasi come fosse una macchina del tempo sottomarina. Quest’opera, infatti, al di là della funzione tecnica per la quale è stata progettata, possiede una straordinaria valenza: riportare in superficie creature marine preistoriche dagli abissi dell'oceano Pacifico, donati all'Auckland War Memorial Museum; e ricostruire con la terra estratta il paesaggio vulcanico della vicina isola sacra di Poketutu, in passato fortemente alterato. Tutto ciò conferisce allo scavo un nuovo significato e una nuova missione: restituire il paesaggio alla comunità.
