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Estate In Sicilia
Testo di Maria Giulia Sofi
Andiamo laggiù!
Le piramidi dei faraoni, quelle di sale, quelle ‘pensate’ di Sol Lewitt e anche, e non soltanto, quelle dell’enigmistica, seppure diverse tutte sembrano come sfidare qualcosa o qualcuno. Quella loro forma poi è come se rispondesse ad un che di sconosciuto, ascrivibile all’universo.
Sono architetture per antonomasia, che fanno cioè quello che farebbero tutte: in grado di affermasi, oltre che per funzione ed estetica, attraverso un potere su di noi. Sono capaci, in altre parole, di creare e muovere nell’umano un certo stato emotivo, che sia solo da lontano, o pure avvicinandosi. E a tal proposito, forse proprio in virtù di questa loro materia sensibile, si percepiscono come sempre distanti e con tutto il loro antico riserbo. In tal senso tengono come un comportamento di distacco e contegno dal mondo. Allo stesso tempo, poi, di quel riserbo sono figura e immagine, a riproposizione di quel significato del passato, con cui si intendeva un numero di uomini impiegati al controllo, alla sorveglianza, a fare la guardia.
Le piramidi, dunque, fanno forse la guardia a se stesse. E sempre in virtù di quel potere, chiunque intenda avvicinarsi o camminarvi intorno, resta lì sempre vicino, ma in fondo chissà se riuscendo ad entrare mai.
Le piramidi, così possenti e solide, si comportano poi non tanto diversamente dal monte analogo, che è sempre stato fermo lì, ben visibile, ma per chi era quasi giunto ai suoi piedi pareva rimanere celato, inspiegabilmente sottrattosi al mondo intero.




Estate in Sicilia (Sicilian Summer), 2018. 130x103 cm, C-type print, edition of 8 + 2AP
Estate In Sicilia
Testo di Maria Giulia Sofi
Andiamo laggiù!
Le piramidi dei faraoni, quelle di sale, quelle ‘pensate’ di Sol Lewitt e anche, e non soltanto, quelle dell’enigmistica, seppure diverse tutte sembrano come sfidare qualcosa o qualcuno. Quella loro forma poi è come se rispondesse ad un che di sconosciuto, ascrivibile all’universo.
Sono architetture per antonomasia, che fanno cioè quello che farebbero tutte: in grado di affermasi, oltre che per funzione ed estetica, attraverso un potere su di noi. Sono capaci, in altre parole, di creare e muovere nell’umano un certo stato emotivo, che sia solo da lontano, o pure avvicinandosi. E a tal proposito, forse proprio in virtù di questa loro materia sensibile, si percepiscono come sempre distanti e con tutto il loro antico riserbo. In tal senso tengono come un comportamento di distacco e contegno dal mondo. Allo stesso tempo, poi, di quel riserbo sono figura e immagine, a riproposizione di quel significato del passato, con cui si intendeva un numero di uomini impiegati al controllo, alla sorveglianza, a fare la guardia.
Le piramidi, dunque, fanno forse la guardia a se stesse. E sempre in virtù di quel potere, chiunque intenda avvicinarsi o camminarvi intorno, resta lì sempre vicino, ma in fondo chissà se riuscendo ad entrare mai.
Le piramidi, così possenti e solide, si comportano poi non tanto diversamente dal monte analogo, che è sempre stato fermo lì, ben visibile, ma per chi era quasi giunto ai suoi piedi pareva rimanere celato, inspiegabilmente sottrattosi al mondo intero.

Soap, 2019, 40x32cm, C-type print, edition of 8 + 2AP

Sleeper, 2019, 59,4x47,4cm, C-type print, edition of 8 + 2AP

Prelude, 2019, 103x130 cm, C-type print, edition of 8 + 2AP