ACQUEDOTTO PUGLIESE (2024)
All’inizio fu uno zampillo. Sgorgò dalla fontana in piazza Umberto I a Bari. Era il 24 aprile 1915 e quel giorno l’acqua arrivò in Puglia. Una terra priva di sorgenti e riserve idriche dove, dagli antichi romani in poi, è sempre stata portata da un altro luogo, dall’Irpinia e dalla Lucania soprattutto. Ha viaggiato per secoli nel sottosuolo tramite una fitta rete di canali oppure in alto, come sulle volte dell’Acquedotto del Triglio. A cambiare per sempre la storia è stata la nascita dell’Acquedotto Pugliese negli anni Trenta. Un’opera con un unico obiettivo: l’approvvigionamento idrico autonomo per le terre dal Gargano al Salento. Un’istituzione così fondamentale da diventare pietra, da trasformarsi in un palazzo al centro di Bari. Giulia Parlato ci porta dentro la “cattedrale dell’acqua”, fuori in stile Liberty, gli interni in Art Nouveau. Dai marmi del pavimento, fino alle porte e le vetrate, qui tutto celebra l’acqua, che è passato e presente. Intrecciati per sempre. Per questo le foto mostrano anche i laboratori dove si analizza ciò che sgorga dai rubinetti pugliesi.
Il progetto fotografico "Cronache d'acqua - Immagini dal Sud Italia", commissionato dalle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo nasce come evoluzione del precedente lavoro dedicato al Nord Italia (2023).
Questa nuova edizione prevede la partecipazione di cinque fotografi (Cosimo Calabrese, Valeria Cherchi, Eleonora D’Angelo, Giulia Parlato e Roselena Ramistella), ognuno con una visione e un approccio distintivo alla narrazione visiva, con l’obiettivo di raccontare dieci storie legate al ciclo dell’acqua, al suo approvvigionamento e alla sua scarsità, sul territorio di prossimità.
In continuità con la scorsa edizione, il progetto fotografico esplorerà il tema evidenziandone l’impatto su persone, attività e territori nel Mezzogiorno. Anche quest’anno, inoltre, si rinnova la collaborazione con Green & Blue, testata del Gruppo editoriale Gedi, che mira a creare memoria a lungo termine e a trasformare queste storie in manifesto.